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Frazione Organica Rifiuti Urbani Smart Management

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Le Bioenergie

  • novembre 30, 2018

Gli Elementi fondamentali

La bioenergia è una fonte energetica fondamentale nell’economia circolare. La bioenergia infatti è una fonte rinnovabile, continua e programmabile, che si basa su una pluralità di materie prime (biomasse residuali e/o da colture dedicate) e sulla disponibilità di tecnologie mature e affidabili.
Le bioenergie sono in grado di soddisfare i diversi settori della domanda energetica:

Calore per usi civili e industriali: prevalentemente da biomasse solide;

Elettricità: da biomasse solide, biogas e bioliquidi

Biocarburanti per trasporti: liquidi come biodiesel, etanolo/ETBE da colture dedicate o da residui; gassosi come biometano da biomasse fermentescibili.

Pertanto, per bioenergie si intendono tutti quei processi che producono energia (elettrica, termica o una combinazione di queste due) partendo da:

  • FORSU (frazione organica dei rifiuti urbani);
  • Biomasse solide (biomasse ad elevato contenuto ligno-cellulosico);
  • Bioliquidi (combustibili liquidi per scopi energetici diversi dal trasporto prodotti a partire dalle biomasse);
  • Biogas (gas originato da fermentazione anaerobica di materiale organico).

Gli impianti alimentati con bioenergie installati in Italia alla fine del 2016 sono 2.735, con un aumento pari a +3,3% rispetto all’anno precedente. I più numerosi sono gli impianti a biogas. In termini di potenza, dei 4.124 MW totali, il 40,5% viene alimentato con biomasse solide, il 34,5% con biogas e il restante 25% con bioliquidi.

Assicurare nel tempo la sicurezza di approvvigionamento, le quantità, la qualità e il costo delle biomasse per alimentare un impianto e/o sostenere gli obiettivi nazionali e regionali è un aspetto prioritario di ogni serio piano di sviluppo del settore.

Inoltre, è fondamentale che tutto ciò sia perseguito avendo a riferimento la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, assicurando la protezione del territorio e della biodiversità, valutando con attenzione gli aspetti legati alla salute.

 

Ma qual è il punto di vista da seguire?

Chiaramente occorre cercare un punto di incontro tra l’offerta delle biorisorse disponibili e l’insieme delle tecnologie praticabili, interrogandosi sia sull’efficacia dei processi, sia sull’approccio da intraprendere per raggiungere gli obiettivi.

Se parliamo di sostenibilità in agricoltura, secondo una definizione, accettata in sede OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), possiamo affermare che un’attività agricola per essere definita sostenibile deve possedere simultaneamente tre diversi requisiti:

1. Garantire la conservazione degli equilibri ambientali in modo da consentire la produttività per un periodo di tempo indefinito, ossia non deve condurre al consumo di materiali ed energie non rinnovabili. Questo requisito (la sostenibilità delle risorse) è quello universalmente più noto, spesso confuso con lo stesso concetto di sostenibilità;

2. Garantire sicurezza agli operatori e condizioni igienico-sanitarie di assoluta tranquillità per i consumatori (sostenibilità della salute): un principio talora dimenticato, o per lo meno non associato con il concetto di sostenibilità;

3. Garantire produzioni economicamente convenienti, ossia un reddito agli operatori (sostenibilità economica). Quest’ultimo requisito è quello più frequentemente dimenticato o talora aggirato, mediante sostegni economici agli operatori o, peggio, frodi nei confronti dei consumatori.

Il biogas può dare un notevole contributo a ridurre le emissioni dell’agricoltura, ossia a “decarbonizzarla”, e a migliorare la qualità e la fertilità del suolo.